Regista: Richard Kelly
Interpreti: Jake Gyllenhaal, Drew_Barrymore, Jena Malone, Maggie Gyllenhaal, Mary MacDonnell, Katharine Ross, Patrick Swayze, James Duval
Paese: USA 2001 – 2004
Donnie si risveglia al centro di una curva. Di fronte a lui si apre una sterminata bellezza: un mondo dove di umano non c’è che una strada. Il tempo in cui si sveglia Donnie è Ottobre. Se Settembre è il mese dei rimpianti, Ottobre vede rinascere la vita nei suoi ritmi quotidiani. Paradossale che sia l’Autunno a segnare il ritorno a questa vita.
La sua è una tipica famiglia americana. Il padre soffia via le foglie morte dal prato e la madre legge “It” in giardino. La stessa divisione tra il padre e la figlia maggiore su chi votare alle prossime elezioni, tra Bush e Dukakis, è qualcosa di ordinario-contestuale. Donnie Darko non appartiene a questa realtà e non vive la fine del sogno americano. Gli anni Novanta non sono ancora arrivati. Semplicemente ci vive dentro senza viverci, come l’occhio di Escher la osserva e nel riflesso del cristallino traspare un teschio, un riflesso di un’altra vita.
La sua schizofrenia e il suo sonnambulismo costituiscono un compromesso tra le due differenti regioni del tempo in cui vive – quella individuale e quella contestuale – la prima sola delle quali è realmente vissuta. Il compromesso, tuttavia, non è sostenibile. La voce che guida Donnie nella sua vita notturna, travestita da maschera di Halloween (un coniglio mannaro), lo sottrae alla morte e al tempo stesso dà vita al contrasto tra questi due mondi. Il Darko di Donnie gli salva la vita ma così facendo genera un corto circuito. La linearità del tempo si spezza e, con questa, la sequenza normale degli eventi storici. Il contrasto tra virtualità e realtà costringe la seconda a inseguire la prima. Al tempo stesso questo confronto è scardinato, perché la virtualità produce un suo “reale” che si interseca con la storia reale. Il suo reale si interseca con i Bush ed i Dukakis e con le feste che scandiscono la ciclicità dei ritmi annuali. Donnie diviene produttore di storia in questa virtualità e costruisce un suo mondo, mentre Frank, il suo fantasma, profetizza una fine del mondo sempre più vicina.
La storia individuale di Donnie viene “innervata” dall’incontro con una ragazza ed entra in contatto con la storia contestuale, interrompendone il ciclo normale, quasi come se stesse viaggiando nel futuro e nel futuro interagisse con un presente che non gli appartiene. Nell’intersezione, il mondo dello schizofrenico rivela la schizofrenia del mondo reale e la drammaticità, nello sviluppo della sua vicenda, si alimenta proporzionalmente all’intensità del suo contatto-contrasto con l’altro mondo. Il punto di “non ritorno” lo raggiunge quando il suo reale, ma non lui “direttamente”, subisce una frattura apparentemente irreversibile e che può essere sanata solo invertendo un’ultima volta la linearità del tempo. Ristabilire la struttura originaria, a questo punto, genera un doppio paradosso.
Il paradosso è doppio sia perché la saldatura della linearità del tempo con sé stessa avviene attraverso una sua inversione, sia perché la salvaguardia del mondo presente viene ottenuta attraverso l’annullamento di una virtualità che, avendo prodotto realtà, costituisce comunque una parte del mondo originario. Un significato del film rimanda, così, al commento che Donnie fa de “I distruttori”, un libro di Graham Greene, osservando come la distruzione contenga in sé il principio della creazione. Per creare Donnie deve distruggere, ma la distruzione totale è un’utopia, qualcosa rimane, come penso indichi l’ultima scena del film.
Le sequenze si sviluppano attraverso una serie continua di citazioni ma, nonostante questo, la trama rimane originale e brillante. La colonna sonora rappresenta uno dei suoi punti di forza, costituendo sia un rimando alle nevrosi di Donnie – è il caso della canzone “Mad World” – sia un’immersione temporale nella, poca, buona musica degli anni ’80 – penso a “Love will tear us apart” dei Joy Division.
Ho sempre giudicato debole la connessione logica del finale, ma forse è un mio difetto non riuscire a coglierla. Su questo e su altro si accettano ipotesi. Il film, oltre che un oggetto di culto, è un interessante esercizio per chi ama i paradossi. E i paradossi sono tali se danno continuamente argomenti su cui discutere.
bhe…la teoria del mondo creatosi nella sua mente mi ha sempre affascinato, ma inevitabilmente non trova riscontro con il finale del film…certo che capire il significato di questo film è un bel paio di maniche…quando credo propio di aver trovato la giusta interpretazione…puff, se ne presentano altre, valide, che mettono in dubbio quella che precedentemente ritenevo veritiera.
Non esiste probabilmente un’interpretazione univoca e il finale, almeno nel film che ho visto io (non so se è la versione definitiva) mi sembra mancare di connessione logica. In ogni caso, il mondo non si crea nella sua mente, secondo me, ma all’esterno a causa di un’alterazione che non avrebbe dovuto esserci (Frank che interviene nel sogno di Donnie e lo spinge a uscire di casa). L’alterazione è frutto di una schizofrenia, Donnie soffre di uno sdoppiamento della personalità (indotto? autonomo? entrambe le cose?) La stessa scelta delle canzoni finali potrebbe indicare la centralità della schizofrenia nel film: Mad World che tratta dei disturbi di personalità in età adolescenziale, Love will tear us apart è la canzone più nota dei Joy Division, gruppo il cui cantante, Ian Curtis, oltre a essere un genio, soffriva di un gravissimo disturbo della personalità che lo condusse al suicidio.
Io penso che la nascita di due mondi crei, in questo caso, un attrito tra virtualità e realtà. Questo conflitto apre le porte di comunicazione tra i tempi, attraverso cui il conflitto stesso può essere sanato. Donnie, il Donnie autonomo non eterodiretto, sceglie di sanare i tempi facendodosi uccidere (ma anche questo passaggio non mi è chiaro, è davvero solo Donnie, oppure è anche Frank che questa volta non interviene a svegliarlo lasciandolo dormire nella sua stanza?).
Lo svolgimento del film come vedi pone delle questioni anche a me, quello che mi sembra più certo è che la fine del mondo coincida con dei mondi individuali e non collettivi. Donnie sceglie la fine del suo mondo per salvare il mondo della ragazza (e, conseguentemente, quello di Frank). In questo caso è l’amore la linea di inversione del tempo – non fisica ovviamente, ma comunque causale – che Donnie sceglie come dono finale alla persona amata.
A presto, paul.
ovviamente il film manda determinati segnali, tralasciando quello che potrebbe essere la presenza di un filo logico dello svolgimento della trama, magari il film non è altro che un’epia allucinazione dovuta alla dua schizofrenia, il riflesso di una realtà che non gli apparteneva, riverbero dei suoi più reconditi desideri, ma una realtà che avrebbe voluto vivere, teoria assimilabile da piccoli particolari come “donnie darko..che nome strano, sembra quello di un super eroe..
E chi ti dice che non lo sia?”
oppure….”Mamma io non sono uno schizzato” (scena visibile solo nella director’s cut mi pare), oppure ancora quando la dottoressa asserisce che a cui fin’ora lo ha sottoposto si trattasse solo di placebo…(altra scena della director’s)
visioni non dovute al suo stato psicologico, ma solamente per preannunciare l’ultimo tramonto dell’esistenza, ponendo le sorti dell’universo nelle sue mani, per condurlo verso la salvezza.
tutte situazione che lui avrebbe preferito, ma che non si sono proposte, perchè la realtà era un’altra..lui era uno skizzato.
interessante la teoria dei mondi individuali,…in poche parole “un mondo folle”.
Si, non solo un mondo folle, quanto un principio non “razionale” alla base del film. Il mondo alternativo che si crea è una biforcazione non rispetto a una norma fisica, ma rispetto una norma psicologica, che non può alterare la struttura fisica del mondo o dell’universo, che è indipendente dalle nostre psicopatologie. Le norme psicologiche però sono così fragili, che quale sia la vera follia non lo si capisce. Però proprio per questa ragione, che restiamo sul piano dell’individualità e non della fisicità, non mi convince l’idea del crollo di un mondo fisico.
Però interessante l’idea di una virtualità assoluta.
E se all’ultimo momento della sua vita Donnie, invece di vedere il suo passato, avesse visto un suo futuro possibile e in un attimo avesse deciso di non viverlo per salvare la ragazza?
Paul
un’altra teoria che a dire la verità non ti nego abbia escluso, magari gli è stata data la possibilità di vedere come sarebbe stata la sua vita se fosse sopravissuto all’incidente…ricollegandoci con quello che è “la filosofia del viaggio nel tempo” lui avrebbe dovuto richiudere la linea spazio-temporale dell’universo tangente rimandando indietro l'”artefatto”, gretchen sarebbe morta, frank sarebbe morto, i genitori sarebbero morti dato che il motore apparteneva all’aereo sui cui viaggiavano i suoi…praticamente accettare un futuro di “solitudine”(cosa che lui non avrebbe mai sopportato) dato che sarebbero morte le persone a lui più care, una situazione folle quanto paradossale, sfociando così nel delirio più totale nella scena finale, avrebbe dovuto salvarsi la pelle, affrontare montagne di pericoli..per cosa? per poi ritrovarsi da solo?…folle delirio…ecco perchè accetta semplicemente il suo destino, facendo per lui la scelta più adatta…anche perchè poi dove sarebbe andato ci sarebbe stato tanto da “contemplare avidamente”.
Si sai a ripensarci questa teoria, sebbene mia sia venuta in mente quasi all’improvviso (o forse per questo), non mi sembra da sottovalutare. Il film cos’ diverrebbe una proiezione onirica di Donnie Darko, un ultimo momento passato al rallentatore. Cosa osterebbe alla plausibilità di questa tesi lasciando spazio ad altro? Devo tentare di mettermi i paletti tra le ruote, però mi sembra qualcosa di coerente. In questo caso anche la voce di Frank sarebbe una proiezione di Donnie, evitando i corto circuiti a cui si giunge se invece la voce di Frank viene considerata qualcosa di indipendente da Donnie stesso.
Però, sebbene questa interpretazione mi sembri più logica, c’è una cosa che “non mi va” e che dipende da un mio modo di leggere il tempo. Ho sempre pensato che le nostre azioni non svaniscano nel tempo, ma si formino un proprio tempo particolare. Un tempo che continua a esistere in una sua dimensione capace di intersecarsi nella nostra. In questo caso Frank sarebbe un prodotto di questa nuova virtualità che interviene nel passato di Donnie come Deja vu di qualcosa che paradossalmente non si è ancora nè visto nè conosciuto, ma che comunque fa parte della dimensione futura del tempo. Certo è un’ipotesi praticamente impossibile da dimostrare, che però mi affascina direi “terribilmente”, anche perchè questa impressione di Deja vù paradossale mi è spesso capitato di viverla. Devo decidere tra fascino e logica? Penso di no, meglio lasciare aperte tutte le opzioni possibili, che sono più di due. Quantomeno così mi penserò più libero dell’asino di Buridano 🙂
Paul.
cioè, l’intervento di un’entità proveniente da un futuro parallelo creatosi da una azione di donnie…un futuro che puo o non puo combaciare con il percorso esistenziale del nostro protagonista, molto affascinante si, ma quasi impossibile da dimostrare.
Appunto impossibile da dimostrare, ma è anche impossibile dimostrare il contrario (che questo non possa avvenire).
Ma le due ipotesi più interessanti mi sembrano essere quella dei due mondi individuali creati da un’azione “anormale” e quello del film come proiezione di un sogno inverso (che procede fino a un termine, non lo accetta conseguentemente torna indietro e chiude il protagonista in un sonno eterno).
Paul.
dovrebbero allegare il libro al dvd, l’ho sempre detto XD
10 e lode al caro vecchio donnie
Ah, non sapevo ci fosse un libro 🙂
Ma forse meglio senza, così lo si continua a interpretare senza lasciarsi “guidare”. Anche perchè, spesso, i film si caricano di significati involontari, che nemmeno gli autori avevano pensato di dare loro. I film , come ogni altra opera d’arte. Sono una delle poche cose realmente libere rimaste 🙂
A presto, Paul – greg.
ma la domanda finale è: perch Frank sveglia Donnie?
Perchè altrimenti il film sarebbe durato 10 minuti? 🙂
P.
ciao paul, anche se a distanza di tempo, ho deciso di passare di qui per farti un salutino, non negandoti che tutt’ora le astrusità di questo capolavoro continuano a tormentarmi 😀
pochi giorni fà è uscito S.Darko, per cause avverse no ho avuto la possibilità di andarlo a vedere al cinema, tu lo hai visto?
il mio unico timore e che non possa essere all’altezza del capostipite!
un saluto, Andrea.
Ancora non l’ho visto, non amo particolarmente i sequel, però quando avrò la possibilità lo vedrò certamente (e se ne vale la pena ne scriverò in modo più ampio). A presto, P.
bene, se non lo avete ancora visto vi sconsiglio di buttar via i soldi del biglietto. dawson creek a confronto è persino appassionante…
Ecco che cosa intendevo per un cestino di controreazioni. Questa definizione ci andrebbe a pennello e farebbe risparmiare soldi in un periodo di crisi ^_^. P.
Ho visto oggi, per la prima volta, Donnie Darko.
Me ne avevano parlato tanto e Laura (nostra conoscenza in comune…) aveva postato la tua recensione sul mio profilo facebook.
Oggi ho deciso, finalmente, di vederlo e di leggere cosa ne pensi tu.
L’ipotesi delle due realtà distinte ma “parallele” che finiscono per reincontrarsi 28 giorni dopo, esattamente come previsto da Frank il coniglio, era la teoria che anche io avevo dato per assodata e che aveva trovato conferma nelle tue parole.
Per quanto riguarda l’ipotesi di un’ipotetica onirica visione di Donnie nel quale lui vede tutto ciò che sarebbe potuto succedere, la escluderei per un semplice motivo: sarebbe oltremodo banale e deludente.
Tuttavia, ripensandoci dopo aver alzato la serranda di camera mia e inevitabilmente riflettendo su una spiegazione plausibile, ho iniziato a immaginare che ci potesse essere qualcosa di molto più complesso dietro, che tuttavia non riesco bene a formulare.
Questo riguarderebbe “nonna Morte”, che potrebbe avere un ruolo molto più importante di quanto non lasci trasparire: in particolare, i dubbi mi sono venuti ripensando ai titoli degli ultimi capitoli del libro che Donnie legge, in particolare due “La manipolazione dell’essere vivente” e “La manipolazione del morto”.
E se tutta la storia si fosse svolta per volontà della vecchia, riuscita a tornare indietro nel tempo e modificare gli eventi?
La manipolazione del morto si riferirebbe a Frank, ucciso da Donnie e richiamato alla “vita” da nonna Morte; la manipolazione del vivo sarebbe riferita a Donnie stesso, scelto per condurre gli eventi e controllato, tramite Frank, da “nonna Morte”
L’ultimo capitolo, Sogni, infine, si riferirebbe alle scene finali in cui tutti i personaggi sembra abbiano quella sensazione di déjà vu: sarebbe la spigazione razionale che la vecchia, riuscita nel suo intento di viaggiare nel tempo, propina al mondo per farlo tornare alla normalità: semblici, banali sogni.
La teoria, comunque, è molto acerba e immagino che per formularla meglio avrei bisogno di rivedere il film un altro paio di volte.
Inoltre, credo proprio che non esista un’interpretazione univoca… e che Kelly si faccia sempre grosse risate nel leggere le stronzate che i fan si inventano per spiegare i suoi deliri! 😛
Ciao Peppe,
scusami per il ritardo con cui ti rispondo ma non ho aperto il computer per una settimana. Anche secondo me l’idea più plausibile resta quella dell’errore nel tessuto della quotidianità che deve essere recuperato e che crea due realtà parallele a cui però va posta fine.
La tua interpretazione mi intriga molto, e dovrei sia rivedere il film sia vedere se essa è già stata avanzata da qualcuno (immagino ci sia una gara delle interpretazioni con tanto di sito internet ufficiale). Ne approfitterò per rivedere il film sotto un’altra angolazione, comunque la mia idea è che non esista una spiegazione più plausibile delle altre, ma che ne esistano tante compresenti ed è proprio questo ciò che dà fascino al film di Kelly (che sicuramente, e a ragione, ci riderà sopra).
A presto,
Gregorio.
ma scusate ragazzi ma perchè la vecchia guardava la posta?
un altra cosa è il finale lui ha deciso di scegliere sia la paura che l amore perchè avendo PAURA della morte della ragazza ha deciso di sacrificarsi e quindi ha scelto l amore avendo visto il prorpio futuro al cinema cn frank attraverso lo schermo (scena cronologicamente messa apposta prima )perchè la scena dopo darko spara al coniglio all occhio …rispondetemi grazie mille ..cmq bellissimo film cn tante interpretazioni
Ciao a tutti
ho visto il film più e più volte..
vi farei ragionare sulla scena del film dove i genitori di darko nel letto si ricordano di un loro compagno di scuola.. un certo “frank”
e poi ancora.. avete notato le similitudini carateriali e di cultura personale tra la mamma di donnie e la prof di donnie?
e altro dettaglio..
la storia alle spalle della prof di donnie e della ragazza..
entrambe capitate in quella cittadina con una storia non troppo chiara alle spalle..
sembrerebbe quasi che siano lo stesso personaggio queste 3 donne..
che si ripetono ciclicamente nel tempo..
ultimo dettaglio che notavo è:
perchè la prof è cosi scioccata dall’entrata in classe della ragazza di donnie?
non sembra quasi che la riconosce e ne è scioccata?
perchè la prof tra tutti i ragazzi della classe la fa sedere affianco a lui?
la mia teoria è che ogni x anni la storia di donnie si ripete..
è un ciclo interminabile.. donnie è un super eroe eterno destinato a tornare vivo far innamorare una ragazza di lui.. e scomparire prima che questa ragazza se ne innamori.. ma lasciando ugualmente in essa quel senso di amore/vuoto che ti lascia perplesso
p.s. che senso ha il saluto alla fine del film della mamma di donnie a quella ragazza mai vista prima ora???
donnie darko più di tante altre cose è una storia d’amore, che secondo me ha quel non so che di eterno amore!
notte a tutti
by tronfio
rieccomi alla riscossa paul!
giusto poco fa ho finito di vedere s darko….e devo dire che è un bel macello di film, non vorrei affrettare conclusioni sulla trama a dir poco caotica..ma ce da fare un gran lavoro!
A me ne parlano tutti malissimo, non mi avvicino alla lettura 🙂