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Posts Tagged ‘Tenenbaum’

 

Regia: Wes Anderson

Interpreti: Owen Wilson, Adrien Brody, Jason Schwartzman, Angelica Huston

Produzione: Usa 2007

 

La prima volta che vidi questo film non mi entusiasmò. La seconda neppure. Lo vidi, la prima volta, perché il trailer mi aveva colpito. A volte ci sono film fatti per colpire con i trailer ma che poi, a vederli, ci resti deluso. Alle altre non lo si vuole ammettere a sé stessi e non se ne parla male per non tradire sua maestà il trailer, grande protagonista dell’industria culturale.

 

Tre fratelli si ritrovano su un treno indiano per riscoprire sé stessi e per riscoprirsi fratelli. In modo molto originale, per rispondere al compito scelgono di farlo in India, con tanto di musica d’accompagnamento che fa molto San Francisco anni sessanta. Ma nel duemila e otto la cosa puzza un po’ di cadavere. I dialoghi sono stancanti, flosci, niente affatto originali.  Così come niente affatto originale è l’idea  di andare a trovarsi la diversità in un’evasione orientale. Decenni fa queste fughe erano il simbolo di una sconfitta generazionale, oggi sono merchandising per ragazzi pigri. Se una crisi attraversa oggi l’Occidente il suo segno è nel fatto che non ci si meraviglia più di quello che si ha davanti così che la diversità diventa evasione, l’evasione preludio sempre a un ritorno. Se togliamo le scene in cui la musica accompagna il girato, il film scorre con una lentezza a volte poco sopportabile. Le descrizioni sono stereotipiche. L’occidentale arriva e feconda il territorio nuovo con le sue forme. Le donne tedesche sul treno sembrano tante Indiana Jones dedicatesi all’ingrasso e il presunto artista americano esercita il suo fascino scopando con un’indiana fidanzata. C’è più mistero nel bagno di casa mia che in quest’India obbligatoriamente colorata di giallo,  azzurro scuro e marrone chiaro. Mi sono soffermato su uno degli sguardi che si scambiano il fratello scrittore e la ragazza indiana; uno scambio di lontananze al cui confronto anche la commedia nostrana anni ’70 fa la sua figura. Mi viene da chiedere se davvero questi giovani turisti americani sono tutti così insignificanti e obbligatoriamente cosmopoliti in ogni cosa che fanno. Per una forma di dissociazione dal presente che mi prende quando questo mi annoia, guardavo il film ma il mio pensiero andava all’America di Gus Van Sant, che trovo molto più misterica e sincera di un’India formato treno e bazar dei buoni sentimenti.

 

I bravi ragazzi americani si scoprono non fieri di sé stessi per i baci rubati e mentre parlano dei loro vecchi continenti di riferimento, l’India conflittuale e labirintica cresce come una moltitudine. Ma a loro cosa importa? Visiteranno il tempio dei mille tori, “uno dei luoghi più spirituali di tutto il mondo”. Mi viene da chiedere se anche gli indiani si masturbano, che muoiono lo sappiamo tutti. Ma questo paese è descritto così sacro e banale che profanazioni e orgasmi autoerotici non vengono contemplati.

 

Il regista sembra monomaniacale nel seguire i tre fratelli, l’impressione è quella del solito film generazionale su ex trentenni ormai quarantenni repressi che narcotizzano le ultime onde del riflusso con viaggi premio e medicine della felicità. Ho sperato che lo perdessero quel treno e solidarizzato con il bigliettaio barbuto vagamente somigliante a Bin Laden che avrebbe voluto farli scendere.

 

Strano a dirsi, l’aspirazione è quella di una commedia, se ne ricercano i tempi ma difficilmente riesce a strappare un sorriso. Un’insana paura della blasfemia unita alla devozione per il politicamente corretto non aiuta certo a produrre quella energia tellurica che mi aspetto dall’arte. Tuttavia non so quanto valga al botteghino il mix di cui sopra. So solo che i tre fratelli non sanno nemmeno prendersi a pugni perché sono corretti dentro e si vogliono bene. E compiono anche la loro buona azione quotidiana, tentando di salvare tre fratellini indiani dalle rapide di un fiume. In India si muore prevalentemente di altro, ma questa è un’altra storia. La loro, di storia,  non la salva nemmeno la breve apparizione di Anjelica Huston.

 

Tra gli attori, Huston a parte, Adrien Brody è al solito altezzoso. Certo il migliore del trio, anche se inizio a pensare che il suo tono aristocratico cozzi con i tempi che viviamo, che sono molto più scabri. Il resto non vale una menzione.

 

Da vedere se… Se non fa troppo caldo per sfruttare il playground deserto vicino casa, se bere birra ghiacciata sta ormai cambiano la vostra sagoma e decidete di non uscire per non cadere in tentazione, se, altrimenti, vi tocca ascoltare la musica techno tedesca amata dal vostro coinquilino. Se…

 

 

 

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