Accelerazione: effetto che si ottiene con la proiezione alla frequenza normale (24 fotogrammi al secondo) di fotogrammi ripresi a una frequenza minore (per es.12 o 6 fotogrammi al secondo) o a regolari intervalli di tempo, addirittura di ore o di giorni. Risuta così una maggior proporzionale celerità dell’azione , utilizzata nel primo caso a fini espressivi, pensiamo per es. alle “comiche”, e nel secondo caso ai fini di documentazione scientifica.
Agfacolor: procedimento a colori per la formazione della materia colorante scoperto in Germania nei primi anni ’40.
Anamorfosi: deformazione prospettica ottenuta attraverso la proiezione di un’immagine su una superficie non piana e la successiva osservazione da un punto di vista particolare per riguadagnare la prospettiva regolare. Le prime lenti anamorfiche furono brevettate dal fisico francese Chrètien nel 1929 e la prima applicazione cinematografica risale a “La tunica”, film del 1953 di Koster realizzato dalla 20th Century Fox in Cinemascope.
Angolazione: Posizione della macchina da presa rispetto all’oggetto filmato; insieme ad altezza ed inclinazione determina la prospettiva data ad un certo elemento del profilmico ossia lo “sguardo” che si desidera dargli.
Campo: Si definisce rispetto alla distanza tra spazio e macchina da presa ed è un’inquadratura tanto ampia da non permettere la visione di un soggetto o dove il soggetto è comunque in secondo piano rispetto all’ambiente. Rispetto alla quantità di spazio contenuto nell’inquadratura si raccolgono i tipi più comuni nella scala dei campi:
– campo lunghissimo (CLL): tipo d’inquadratura dove protagonista è l’ambiente e la visione dei soggetti non è nitida.
– campo lungo (CL): tipo d’inquadratura dove l’attenzione è sempre posta sull’ambiente ma dove si possono vedere soggetti ed azioni.
– campo medio (CM): nel campo medio l’ambiente diventa “sfondo”, si leggono i soggetti e le loro azioni.
– totale: è l’inquadratura di un ambiente interno che, come dice la parola stessa, permette di mostrare insieme sia l’ambiente che i soggetti e le loro azioni.
Cinemascope: procedimento cinematografico basato sull’uso dell’obiettivo anamorfico o Hypergonar. Viene usato per allungare e distorcere le immagini che in proiezione vengono riportate ala loro forma originale da un altro obiettivo detto “di compensazione”. Usato soprattutto in chiave spettacolare e antitelevisiva, il Cinemascope ha fatto da apripista ad altri effetti cinematografici tra cui il Superscope e il Vistavision.
Controcampo: E’ la parte speculare del campo, visibile se richiesta da particolari situazioni narrative, dove attraverso il montaggio si attua il gioco campo/controcampo (chiamato anche regola dei 180°) che inquadra alternativamente un dato elemento da punti di vista opposti.
Carrellata: Tipo di ripresa dove la macchina da presa, posta su dei binari, scorre davanti alla scena sia avvicinandosi (quindi muovendosi in avanti) sia allontanandosi (quindi muovendosi indietro); quando la mdp scorre orizzontalmente rispetto alla scena si ha una carrellata laterale.
Découpage: Parola coniata dalla critica francese per porre l’accento sulle peculiarità estetiche e stilistiche del montaggio.
Didascalia: Inquadratura contenente una scritta caratteristica del cinema muto.
Diegesi: Tessuto spazio-temporale nel quale agiscono i personaggi all’interno del film.
Dolly: piccola gru, ideata dai tecnici cinematografici statunitensi e che, montata su un carrello, permette di eseguire i movimenti di macchina più complessi in ambienti di normali proporzioni.
Filmico: Tutto ciò che appartiene propriamente al film; ci riferiamo al filmico quando si parla del tipo di montaggio, dei movimenti di macchina e della messa in quadro.
Fisheye: obiettivo grandangolare che abbraccia uno spazio vastissimo producendo distorsioni ottiche molto accentuate.
Flashback: E’ il processo mediante cui, grazie all’inserto d’inquadrature, si evoca un’azione anteriore rispetto alla continuità narrativa del film.
Fotogramma: E’ la parte in cui si suddivide la pellicola una volta impressionata. Sono i fotogrammi che muovendosi regolarmente ci danno l’illusione del movimento. La velocità a cui scorrono i fotogrammi nel cinema sonoro è di 24 al secondo, velocità grazie alla quale il movimento ci appare omogeneo. La velocità standard nel cinema muto era invece di 16-18 fotogrammi al secondo.
Fuori campo: E’ la parte esclusa dall’inquadratura e quindi anche all’occhio dello spettatore. Il fuori campo può essere parte del film se diegetico e possiamo averne percezione grazie a sguardi del personaggio fuori campo, rumori o musiche che poi nelle inquadrature successive potrebbero anche entrare in campo. Se invece è extra-diegetico, escludendo particolari scelte autoriali, il fuori campo rimane tale.
Gelatina: foglio trasparente di cellulosa o di policarbonato che viene posto di fronte al proiettore per colorare la luce oppure come filtro di conversione.
Inquadratura: Unità fondamentale del linguaggio cinematografico è il limite e la possibilità del cinema; compie insieme sia un’operazione di scelta che di elusione rispetto a ciò che ha davanti ovvero il profilmico. Dal punto di vista spaziale s’ intende per inquadratura la parte di spazio delimitato e riprodotto dalla macchina da presa. Dal punto di vista temporale invece si definisce come il brano di film compreso tra due stacchi successivi della macchina da presa o (se scelta in fase di montaggio) il brano di film compreso tra due tagli successivi della pellicola.
Letter-box: tecnica usata per la trasmissione di un film in televisione mantenendo inalterato il formato orginale.
Montaggio: Fase successiva alle riprese del film in cui si operano delle scelte sui filmati.
Piano: Si parla di piano quando ci riferiamo all’inquadratura rispetto alla figura umana. Nella scala dei piani sono individuati i tipi più comuni:
– piano americano (PA): inquadra il soggetto dalle ginocchia in su; spesso utilizzato dal cinema classico americano (al quale deve il suo nome) sembra il piano che meglio esprime la reale visuale dell’uomo.
– piano medio (PM): Ritrae il soggetto dalla vita in su.
– primo piano (PP): Ritrae il soggetto dalle spalle in su.
– primissimo piano: Ritrae il soggetto nella parte centrale del volto.
– dettaglio (D): Ritrae una singola parte del corpo umano, o un oggetto o un particolare di quest’ultimo.
Piano-Sequenza: Si tratta di una sola inquadratura capace di contenere al suo interno un’unica unità narrativa.
Presa diretta: contrapposto al doppiaggio, è registrazione del suono nel medesimo momento in cui si effettua la registrazione visiva.
Profilmico: Tutti gli elementi che si trovano davanti alla mdp (sia naturali che artificiali) e che verranno poi filmati. Del profilmico fanno quindi parte scenografie, illuminazione, trucco e costumi e la recitazione degli attori.
Sceneggiatura: E’ l’elaborazione del soggetto ed il testo scritto che contiene l’intero film diviso in scene e i dialoghi. Le sceneggiature in uso sul set possono contenere anche annotazioni di regia.
Sequenza: Una parte di film costituito da una o più inquadrature che sviluppa in sé un’unità di contenuto narrativo.
Soggettiva: Inquadratura che segue lo sguardo del personaggio.
Soggetto: Tema del film.
Zoom: Chiamato anche carrellata ottica è una carrellata che non avviene attraverso un movimento fisico della mdp ma attraverso un movimento apparente: quello dell’obbiettivo che variando progressivamente la focale utilizzata mima lo spostamento in avanti e indietro della mdp sui binari.
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